I trulli sono senza dubbio tra le costruzioni più iconiche e affascinanti della Puglia e della Valle d’Itria, conosciuta anche come “Valle dei Trulli”.

In questo articolo scoprirai le origini di queste antiche dimore, le loro caratteristiche architettoniche e il motivo per cui continuano a incantare viaggiatori da tutto il mondo, fino a meritare il riconoscimento dell’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.

I trulli: da semplici rifugi a icone della Puglia

I terreni della Valle d’Itria sono particolarmente ricchi di pietra calcarea. Per poterli coltivare, i contadini dovevano prima “spietrare” il suolo, ovvero rimuovere le pietre in eccesso. Queste venivano poi accumulate in piccole montagnole chiamate specchie e successivamente riutilizzate in modo ingegnoso.

Con quelle stesse pietre si costruivano i caratteristici muretti a secco, che servivano a delimitare i confini dei piccoli appezzamenti agricoli, ma anche rifugi temporanei per gli attrezzi, gli animali e gli stessi contadini. Queste costruzioni rustiche, inizialmente semplici casedde, si evolsero nel tempo fino a diventare vere e proprie abitazioni: i trulli.

Il riconoscimento ufficiale che ha consacrato i trulli a simbolo universale della Puglia è arrivato nel 1996, quando i Trulli di Alberobello sono stati dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Da allora, queste affascinanti costruzioni in pietra a secco sono diventate famose in tutto il mondo, tanto da ispirare anche il mondo dell’animazione: la Disney ha ambientato proprio tra i trulli la serie animata Trulli Tales.

Perché i trulli sono costruiti a secco? Un’origine legata alla storia

Nel 1635, il conte Giangirolamo II, soprannominato il Guercio delle Puglie, avviò l’urbanizzazione della selva dove oggi sorge Alberobello, concedendo ai contadini il permesso di costruire abitazioni utilizzando esclusivamente muri a secco, senza malta. Ma perché questa scelta così particolare? La risposta è semplice: per evitare di pagare le tasse.

All’epoca, l’intero Sud Italia faceva parte del Regno di Napoli, governato dal viceré spagnolo, e vigeva una legge nota come la “Pragmatica de Baronibus”. Questa normativa stabiliva che ogni nuovo centro abitato doveva versare tributi alla Regia Corte, cioè al governo centrale, a carico del barone proprietario delle terre.

Per aggirare questa imposizione fiscale, il conte Giangirolamo ideò un espediente geniale: le case dovevano essere costruite senza l’uso di malta, in modo da poter essere facilmente smontate. Infatti, quando arrivavano i controlli da parte del viceré, gli abitanti erano obbligati a rimuovere il caratteristico tetto a cono. E senza tetto, una casa… semplicemente non era considerata tale, e quindi non era soggetta a tassazione.

Questo stratagemma ha dato origine a uno degli esempi più affascinanti di architettura tradizionale: i trulli, che ancora oggi raccontano questa storia fatta di ingegno e necessità.

L‘architettura unica e affascinante dei trulli

I trulli più antichi presentano una base circolare, mentre quelli costruiti in epoche più recenti hanno una pianta quadrangolare. Questa evoluzione non è casuale: la forma quadrata consente infatti una migliore organizzazione degli spazi interni, rendendo più semplice la disposizione dei mobili.

Le pareti dei trulli possono avere uno spessore che varia da 80 cm fino a 1 metro e mezzo. Questo straordinario isolamento naturale fa sì che, anche nelle giornate più calde, con temperature che superano i 40 gradi, l’interno dei trulli rimanga incredibilmente fresco. Una vera e propria oasi di benessere, senza bisogno di aria condizionata!

trulli

Ma la parte più interessante è senza dubbio il tetto a forma di cono: la copertura interna dei trulli è una pseudo-cupola, chiamata candela. La cosa sorprendente è che questa viene realizzata completamente a secco, cioè senza usare malte, cemento, né strutture di sostegno temporanee. Questa tecnica si basa su un principio molto semplice: le pietre vengono posizionate in modo da sostenersi da sole grazie al loro peso, senza spingere lateralmente come accade nelle cupole classiche. In pratica, è la forza di gravità a mantenere tutto in equilibrio, rendendo il trullo stabile e duraturo nel tempo.

La copertura esterna, invece, è realizzata con le cosiddette “chianche“, ovvero lastre di pietra calcarea spesse fra i 3 e 7 centimetri, disposte anch’esse in cerchi concentrici sovrapposti. Ogni chianca deve avere una leggera inclinazione (≈9°) verso l’esterno per facilitare lo scorrimento dell’acqua piovana. Tra questi due strati, vengono inserite “scaglie di riempimento“, ovvero pietrisco e materiale di risulta che serve a stabilizzare e sigillare il cono, colmando gli spazi vuoti, oltre che a isolare il trullo in maniera eccellente. Alla sommità del cono viene posizionato il cosiddetto “pinnacolo“, un elemento di chiusura che ha sia una funzione decorativa sia un significato simbolico.

simboli sui trulli

Spesso sui tetti dei trulli si trovano dei simboli disegnati con la calce, che hanno lo scopo di proteggere la casa e i suoi abitanti, ma anche di esprimere la fede o l’identità di chi vi abitava.
Simboli ricorrenti sono, ad esempio, il sacro cuore trafitto, che rappresenta l’amore e la sofferenza di Cristo per l’umanità; il sole radiato, che simboleggia la luce, la vita e l’energia divina; l’occhio divino, simbolo di protezione contro il male.

Cosa Rende i Trulli Così Unici

Oggi i trulli rappresentano un perfetto esempio di architettura spontanea, nata dall’ingegno contadino e dall’adattamento all’ambiente circostante. Sono costruiti interamente con materiali locali, in particolare la pietra calcarea abbondante nel territorio della Valle d’Itria. Questa scelta non solo li rende sostenibili, ma anche perfettamente integrati nel paesaggio rurale pugliese, creando un’armonia visiva che affascina chiunque li osservi.

La loro autenticità, semplicità e bellezza raccontano una storia di tradizione, fatica e ingegno tramandata nei secoli. È proprio questo equilibrio tra funzionalità e poesia a renderli unici: ogni trullo è diverso dall’altro, ma tutti condividono un’identità comune che parla di radici profonde e amore per la terra.

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